locità del suono relativamente alla nave ed alla riva. Il risultato è ben differente da quello precedente: il suono, sia che lo si produca sul battello, sia sul suolo, si propaga in rapporto alla terra ferma con la stessa velocità, circa 333 metri al secondo. Ma si trova un numero piú basso se la misura si fa dalla nave e in rapporto ad essa: sarà per esempio 313 metri se il battello avanza di 20 metri al secondo: se lo stesso progredisse di piú di 333 metri al secondo, il suono generato all’indietro non potrebbe mai raggiungerlo, cosí come il Barone di Münchhausen a cavallo della sua trasvolante palla, non potrà mai udire il colpo del cannone che l’ha lanciato nell’aria. A prima vista sembra vi sia contraddizione col principio di relatività: non possiamo noi, senza aiuto esteriore, determinare la velocità del battello restando su di esso? Non è sufficiente misurare la velocità del suono sul ponte e togliere da essa la velocità normale di 333 metri al secondo? Un po’ di riflessione ci mostra che la contraddizione non è che apparente, poiché è nell’aria che si propaga il suono e quello che noi misuriamo non è la “velocità assoluta” della nave, ma la sua velocità in rapporto all’aria. Se, per semplificare, noi supponiamo il vento nullo, noi possiamo dire con la formola già impiegata: La propagazione del suono, anche quando viene prodotto nel sistema in movimento, si fa nel sistema in quiete; noi osserviamo semplicemente un fenomeno del primo nel secondo; possiamo applicare la seconda espressione del nostro teorema d’addizione delle velocità: il principio