Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 195 — |
LICOFRONE DA CALCIDE
L’ELICONA
Il Padrone
Tu per certo, straniero,
Ne’ tuoi lunghi viaggi
L’Elicona vedesti
Che si alza qual gigante
5Sovra i Beozj monti,
E visitasti ’l bosco
Sì noto delle Muse.
Deh! pregoti, ne narra
Le tante meraviglie,
10Che sull’eccelse cime
Di quel monte vedesti.
IL Viaggiatore
Al sorger dell’aurora
Ridendo il cielo intero
Di luce e di sereno,
15Preceduto da molti
Esperti condottieri,
Abbandonai l’Ascrée
A Febo sacre mura.
Con rugiadosi fiori,
20Che camminando colsi,
Fatto un legiadro serto,
Io ne cinsi l’antico
Monumento d’Esiodo.
Di repente curvossi
25La strada, ed ecco innanzi
A noi la maestosa
Altissima montagna.
Sopra il dolce pendio
Tutto sparso di fiori,
30Sorgono negre selve,
Le lor ombre lunghissime
All’intorno stendendo;
Sorge dal seno a queste
Di nudi sassi un muro
35Che sembra d’ocra tinto,
E il cuopre eterna neve:
Diresti giovin sposa
Dalle rosate guancie
E dalla nera chioma,
40In mezzo a che risorge
Ricchissimo diadema,
Ch’or spiega or cuopre un velo
D’insolita bianchezza.
E giunti al piè del monte,
45I condottier cantaro
Antichissimo un canto
Che a quel che fama il narra
Esïodo compose.
Te salutiam, de’ monti
50Beozj augusto Sire!
Te, che ad un tempo istesso
Scorgi due vasti mar.
Te preferendo ai monti
Che l’Ellade rinchiude,
55Le figliuole di Giove
Te visitan talor.