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LICOFRONE DA CALCIDE


L’ELICONA

Il Padrone

Tu per certo, straniero,
     Ne’ tuoi lunghi viaggi
     L’Elicona vedesti
     Che si alza qual gigante
     5Sovra i Beozj monti,
     E visitasti ’l bosco
     Sì noto delle Muse.
     Deh! pregoti, ne narra
     Le tante meraviglie,
     10Che sull’eccelse cime
     Di quel monte vedesti.

IL Viaggiatore

Al sorger dell’aurora
     Ridendo il cielo intero
     Di luce e di sereno,
     15Preceduto da molti
     Esperti condottieri,
     Abbandonai l’Ascrée
     A Febo sacre mura.
     Con rugiadosi fiori,
     20Che camminando colsi,
     Fatto un legiadro serto,
     Io ne cinsi l’antico
     Monumento d’Esiodo.
     Di repente curvossi
     25La strada, ed ecco innanzi
     A noi la maestosa
     Altissima montagna.
     Sopra il dolce pendio
     Tutto sparso di fiori,
     30Sorgono negre selve,
     Le lor ombre lunghissime
     All’intorno stendendo;
     Sorge dal seno a queste
     Di nudi sassi un muro
     35Che sembra d’ocra tinto,
     E il cuopre eterna neve:
     Diresti giovin sposa
     Dalle rosate guancie
     E dalla nera chioma,
     40In mezzo a che risorge
     Ricchissimo diadema,
     Ch’or spiega or cuopre un velo
     D’insolita bianchezza.

E giunti al piè del monte,
     45I condottier cantaro
     Antichissimo un canto
     Che a quel che fama il narra
     Esïodo compose.

     Te salutiam, de’ monti
          50Beozj augusto Sire!
          Te, che ad un tempo istesso
          Scorgi due vasti mar.

     Te preferendo ai monti
          Che l’Ellade rinchiude,
          55Le figliuole di Giove
          Te visitan talor.