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effigie di roma 19

mano, ma a Roma mercis loco habebatur come dice Plinio XXXIII. 3, 46 e a quel che pare si adoperava particolarmente nelle spedizioni militari, onde fa prova pure il suo tipo distinto da quei dei denari più antichi appunto per il carattere militare, rappresentando Vittoria in atto d’incoronare un trofeo. Nel tipo di M. Furius Philus la figura di Roma dunque fa le veci della Vittoria sul vittoriato; mentre però nel campo più stretto del vittoriato la dea ed il trofeo sono disegnati in profilo, sul denaro tutte e due le figure stanno di prospetto, trovandosi Roma a mano s. del trofeo rappresentato in modo più ricco.

Giova illustrare con poche parole le diverse rappresentanze dei trofei sui denari romani. I trofei vi si vedono nelle mani di altre figure o fissi nel terreno, sono aggiunti ad altri oggetti o compongono essi stessi la parte principale del tipo. Cominciano sui quadrigati n. 125 Aburia, n. 139 Postumia, n. 216 Vibia, dove le divinità guerriere Marte e Minerva portano nella destra trofei, i quali quantunque siano piccolissimi fanno però vedere la solita forma d’un tavolato simile alla figura d’un uomo decorato con armi, mentre sul quadrigato n. 130 Acilia Ercole in una quadriga a passi lenti pare che regga nella sinistra un solo scudo colla lancia. Sui denari più recenti che raffigurano le divinità in atto di caminare o di stare si veggono trofei del primo genere accanto alla testa o alla figura di Marte, ossia nella sua mano o nella mano di Vittoria, di Ercole, di M. Lepidus, di Marcello. Fra i denari poi, nei quali il trofeo occupa un posto più importante, il primo è quello in discorso. Come si vede il trofeo vi fa gruppo con una figura che sta in atto d’incoronarlo, e un concetto simile non si ripete che in un denaro battuto negli anni 710-712, (Cohen tav. XVIII Flavia) dove il posto di Roma vien di nuovo occupato da Vittoria. Nel numero degli altri denari con trofei il più antico è quello, n. 232 e. Manlia, sul quale a Sulla si dà il titolo di IMPER•