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effigie di roma 53

già su denari più antichi usciti dalla zecca della città di Osca nella Spagna. Non saprei acconsentire al Mommsen l. l. p. 669 che essa testa sia quella dell’eroe della città, perché manca ogni prova della premessa, che la città di Osca abbia avuto un eroe omonimo di sesso maschile. Anzi mi pare che la parola non vi sia per altro che per indicare il nome della città patria di quel denaro, trovandosi scritto accanto ad una divinità maschile; il che era pure per la parola Roma posta accanto alla testa di Apolline, Ercole e Giove.

Resta ad esaminare il fatto, che la testa galeata non è sempre stata ripetuta in modo identico. È evidente che molti incisori de’ coni non hanno inteso il concetto dell’ornamento, mettendo particolarmente al posto della testa del grifone qualche forma della crista del tutto insignificante. Altri però hanno a bello studio introdotto delle variazioni. Il denaro più antico, che non abbia la solita testa è, secondo i criteri numismatici, quello di Ti. Veturius n. 111 colla testa di Marte alquanto barbata e sta bene il fatto, che il primo monetario il quale abbia variato l’averso, vi ha messo al posto della divinità femminile una maschile distinta pure d’ un elmo. Marte vi è coperto dall’elmo corinzio decorato di una grande penna, la quale tiene il posto dell’ala ed è stata dal Borghesi Oeuvr. num. I p. 145 riconosciuta come l’ornamento dell’elmo del supposto Marte nella battaglia fra i Romani ed i Bruzî mentovata da Valer. Max. VIII, 6. Ma la stessa penna si è ritrovata anche sugli elmi di altre persone, e specialmente i vasi dipinti nell’epoca tarda fanno fede, che era molto frequente nell’Italia meridionale. Siccome poi esiste un’ analogia evidente fra l’ala e la penna, così la sola penna non può, secondo il mio parere, cambiare essenzialmente il tipo. Anzi suppongo che p. e. sul denaro n. 149 Manlia, dove la testa femminile è coperta da elmo attico decorato della penna, abbiamo da riconoscere Mi-