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186 storia

non si facevano carico di coscienza di mangiarsi l’un l’altro. E la faccenda sarebbe ita tant'oltre che sarebbonsi distrutti affatto da lì a quindici giorni se non fossero venuti a parlamento tra di loro per vedere di riparare a tanto grave disordine. Ragunati dunque in una larga campagna, dispiacevole a vedersi per bronchi e spini e ortiche che vi germogliavano, ivi fu la prima volta che s’intese fra essi il nome di Società, la quale, benchè alcuni filosofi credano non convenirsi agli Orsi, pure in essi era cosa naturalissima, mentre erano forzati o a morire o a porre in qualche sistema gli affari loro se non voleano perire miseramente. Uno di loro, il più debole di fibra, ma quello che avea pensato più d’ogni altro sulle loro circostanze, poich’era il più esposto degli altri al pericolo della vita, così allora parlò. (E qua noti il benigno lettore che tutti i ragionamenti che troveranno sparsi qua e là sono quelli stessi che facevano i miei eroi, e ch’io non vi aggiungo del mio una sillaba, come hanno usato di fare Tito Livio, Tacito, Rollino, e gli altri ch’io non ho mai saputo chi loro li riferisse). Ma sentiamo che sapesse dire quell’Orso: Non fa di mestieri, o compagni, di lunghi discorsi: la vita è un gran bene, ognuno il comprende da sè senza ch’io studi a persuadervene. Perchè vogliamo togliercela da per noi? possibile che la natura ci abbia fatti nascere perchè ci distruggiamo? Non so dirvi il perchè, ma quest’idea mi fa orrore; pensiamo un poco se v’ha maniera da vivere quanti siamo tranquillamente, e adoperiamo il cervello ed il cuore piuttosto che le zampe e la bestialità nostra. La moltitudine applaudì, ed alcuni pochi, che non parevano persuasi, furono scacciati di quel luogo come irragionevoli e bestiali, e da quelli poi che allora andarono dispersi per la terra discesero certe razze d’Orsi inumani che ancora si trovano per le boscaglie, e si veggono delineati sui libri. Fu così possente dunque quel discorso, e più l’angustia nella quale si trovavano gli Orsi, che subitamente si diedero delle mani in dosso, e non pas-