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Pagina:L'Utopia e La città del Sole.djvu/9

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PREFAZIONE





Tra i segni più espressi dell’altezza dell’ingegno e della grandezza dell’animo si è la fede nell'umanità, nel suo progresso, nel suo migliore destino, quando i passaggieri rappresentanti di que’ suoi gruppi che si chiamano Stati o culti rispondono agli aneliti, alle speranze del bene con le prigionie, coi tormenti, co’ roghi. Il Condorcet che rifuggendo nella morte dalle persecuzioni di quella repubblica ch’egli s’era augurata e avea dato mano a edificare, scrive il libro delle profezie dell’umana perfettività, è ammirabile come Campanella, che tra ineffabili strazj e non mica nei giardini di Academo come Platone, sogna la Città del sole; Tommaso Moro, morendo per la sua fede, non rinnegò l’Utopia; mostrò anzi la sua ferma credenza esservi un luogo, al cui esempio dovea venirsi mano mano formando quello ch’ei non trovava ancora in terra. Il più sublime ideale è quello della perfezione umana. La diversa posizione di quest’ideale non fa caso. Se alcuni credono che

Lo secol primo quant’oro fu bello