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88 DELL'ASINO D'ORO

maschera ch’egli spontaneamente s’avea vestita, insieme colla vita, or fuggendo, or saltando, or difendendosi con vari gesti e con diversi modi, e’ fece tanto ch’e’ s’uscì di casa: ma non potè per questo schivar l’ultimo colpo della Fortuna; concioffussecosachè uno stuolo di cani assai fieri, ch’era in un portico ivi vicino, congiuntisi con quei di casa, che tuttavia lo seguitavano, in un tratto gli furono intorno. Io vidi il nostro Trasilione assediato da quella moltitudine di quei rabbiosi cani, stracciato e pertugiato da una infinità di morsi. Nè bastandomi l’animo a sofferire tanti dolori, messomi fra una schiera di quelle brigate ch’eran corse fuori, e cercando, con quello solo ch’io poteva, porgere aiuto al mio buon commilitone, dicea a’ caporali di quella caccia: Egli è pure un gran peccato lasciare ammazzar questo animale: noi perdiamo veramente una grande e una preziosa bestia. Ma poco aiuto porsero l’astuzie del mio parlare al misero giovane: imperocchè, uscendo non so chi di casa, grande e ben compresso, e messo mano per un lancione, gliene cacciò per mezzo delle budella; e un altro dopo lui, il somi-