Pagina:L'asino d'oro.djvu/136

Da Wikisource.
120 dell'asino d'oro

verdi frondi: perchè veduto il piloso Iddio la stanca e affannata giovane, non ignorante delle sue fortune, e di lei tutto compassionevole divenuto, con benigna voce a sè chiamandola, con queste amorevoli parole confortandola, sì le disse: Bella fanciulla, ancorch’io sia un rozzo guardiano di lanosi armenti, nientedimeno per beneficio di molti anni io ho apparato assai cose; laonde, secondo ch’io posso far conghiettura (che è quello che i prudenti uomini chiamano indovinare), a quel dubbio andare, a que’ tremuli passi, a quella soverchia pallidezza, a’ continovi sospiri, agli occhi lagrimosi mai sempre, tu mostri d’essere innamorata agramente: ascolta adunque le mie parole, nè essere così presta a gittarti giù per le balze; ricerca con altra morte spegner la tua eccessiva bellezza; lascia il pianto, pon freno al dolore, e cerca piuttosto colle preghiere mitigare Amore, grandissimo di tutti gli Iddii, e obbligartelo colle parole: la qual cosa ti fia vie più agevol che tu non credi, essendo egli giovanetto dilicato, e lascivo sopra tutti gli altri Iddii. Posciachè il pastore Iddio le ebbe dette queste parole, Psiche, senza rendergli altra risposta, adorata prima la sua salutare deità, senza sapere dove si gisse, seguitò suo viaggio: e innanzi che ella fusse andata gran fatto in là, ella arrivò ad una certa città, nella quale regnava il marito d’una delle sue sorelle. La qual cosa udendo Psiche, subito se ne venne al real palagio, e fatto intendere alla sirocchia, come aveva disiderio di parlarle, subito introdotta dentro, posciach’elle ebber fatte le vicendevoli accoglienze, e che quell’altra la ebbe domandata della cagion della sua venuta, ella le disse: Io so che voi vi ricordate del vostro consiglio, col quale voi mi persuadeste che io con tagliente coltello ammazzassi quella bestia, prima che colle bramose zanne egli m’inghiottisse, che con mentito nome di marito si giaceva con esso meco; ma come più tosto, secondochè noi eravamo rimase d’accordo, io scopersi il lume, e vidi il volto suo, io vidi un divino, un maraviglioso spettacolo: io