Pagina:L'asino d'oro.djvu/145

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libro sesto 129

Come vorre’ io, la mia Psiche, per lo sacrato vinculo della fede accomodare il mio favore alli tuoi prieghi! ma contro alla volontà di Venere mia nuora, la quale io ho sempre amata come figliuola, egli non mi sarebbe lecito sanza mia gran vergogna porgerti soccorso veruno: ed inoltre le leggi, alle quali io non posso nè debbo far contro, me lo proibiscono; le quali vietano contro alla voglia de’ padroni il poter raccettare gli altrui fuggitivi schiavi. Impaurita adunque Psiche per la seconda ripulsa, nè dandole più il cuore di ricercare il volatile suo marito, perduta ogni speranza, non sappiendo più altro che farsi, prese fra sè stessa questo consiglio, e disse: Che altro rimedio si può egli ora mai cercare alle mie disgrazie, alle quali le Iddee medesime, eziandio volendo, non hanno avuto baldanza di porgere aiuto? Come scamperò io i miei piedi da’ tesi lacci? in che casa, in che tenebre ascondendomi, fuggirò io gl’inevitabili occhi di Citerea? Che non prendi adunque un virile animo, e renunzii gagliardamente ad ogni vana particella di speranza che ti re-