Pagina:L'asino d'oro.djvu/163

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libro sesto 147

pietà, le lasciai andar co’ piè di dietro un paio di calci sì piacevolmente, ch’io la feci battere per terra: ed ella, ancorchè fusse prostrata in quella guisa, tenendo pur quella fune pertinacemente, ed io tirando quanto più poteva, me la strascinava dietro: perchè ella con grandissime strida chiamava aiuto da più forti braccia; ma tutto era indarno, chè niuno non compariva. Ma chi voleva comparire? conciossiachè in casa non era niuno altro che quella verginella; la quale udito il suono di quella voce, prestamente se ne venne fuora, e vide una bellissima commedia: quella vecchia non ad un toro, ma ad un asino stava attaccata: perchè ella preso un maschio ardire, si mise a fare un egregio fatto, e tratta la fune per forza delle mani di quella vecchia, con piacevoli risa rivocatomi dallo impeto del correre, mi salse addosso e di nuovo a correre mi diè campo. Laonde io per lo volontario disiderio del fuggirmi, e per veder s’io poteva liberar la misera verginella, e anche per la tema delle minacciate busse, che mi era un continuo sprone, mi diedi a correre come un cavallo. E avrei voluto poter rispondere alle delicate parole della gentil fanciulla; ma non potendo altro fare, simulando alcuna volta di volermi grattar le reni, torcendo il capo, le baciava i bellissimi piedi. Ed ella altamente sospirando, e volto il viso inverso il cielo, disse: Porgete finalmente, o celesti Iddii, aiuto alle mie supreme angosce: e tu, dira Fortuna, cessa oggimai d’incrudelire contra d’una innocente verginella; a bastanza ti dovrebbero pur già aver placata le mie disgrazie. E tu, o presidio della mia libertà e della mia salute, se tu alla mia casa salva me ne rimenerai, e alli miei genitori e al mio formoso amante mi renderai; che obbligo ti averò io? che onor ti farò io? che cibi ti donerò io? E pettinati primieramente questi tuoi crini, co’ miei vezzi verginali e colle mie collane te gli tutti adornerò; ma prima ravvierò la ravviluppata fronte: e i peli della coda per la straccurataggine rabbaruffati, con estrema diligenza ti pulirò; e con belle borchie e