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206 dell'asino d'oro

comprato Filebo, mi pagò un mugnaio, che abitava in un altro castelletto poco lontano: il quale, caricomi di grano, che egli aveva comprato sul medesimo mercato, per una strada tutta piena di sassi e di pruni me ne menò al suo mulino: entro al quale non picciol numero di bestie colle loro volte, e il dì e la notte, supplendo al difetto dell’acqua, s’aggiravano intorno alle macine. Ma il nuovo padrone, a cagione che nella prima giunta io non mi sbigottissi per così strana servitù, mi mise in una buona stanza, e mi fece traboccar la mangiatoia e la rastrelliera; e volle che il primo giorno fusse feriato. Ma non pensassi però, che quella abbondanza del mangiare e dell’ozio durasse più che quel giorno; chè, venutone poscia l’altra mattina, io fui legato ad occhi chiusi ad una di quelle macchine, la maggiore che vi fusse; e dandomi dietro uno con uno scudiscio, fui forzato a far la volta tonda; perchè nel picciolo spazio di quel circolo troppo velocemente rivolgendomi, un de’ miei piedi l’altro mi calpestava. E benchè spesse volte, quando io conversava tra gli uomini, io avessi veduto voltare di queste macchine, e anche asino ne avessi, com’egli vi può ricordare, voltate un’altra volta, contuttociò mostrandomi ignorante e mal pratico di questo esercizio, stimando, stolto ch’io era, che come inutile per questo mestiero e’ mi adoprerebbono a qualche cosa più agevole, o mi darebbono le spese senza farmi durar fatica, spesso spesso, mostrando una grandissima maraviglia, mi stava fermo come una cosa balorda. Ma non solo indarno per allora, ma con mio grave danno esercitai, non vo’ dir l’astuzia, ma la mia semplicità; imperocchè io non mi era prima fermato, ch’e’ mi erano parecchi addosso con bastoni, e mettendo a romore ciò che v’era, non restavano di caricarmi di bastonate, sintantoch’e’ mi vedessero camminare: perch’io, dato bando a tutti i miei consigli, e messo ogni mia forza ad una fune di giunchi, colla quale era legato a quella macine, mi diedi a girare colle più belle volte che voi vi possiate pensare, in modo che questa