Pagina:L'asino d'oro.djvu/229

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libro nono 213

di quel che era, il minacciava di fargli e dirgli, se egli non apriva allora allora: ma egli per la repentina giunta tutto perturbato e pien di paura, non sappiendo altro che farsi, quello che solo poteva, e’ dava scusa, che per essere al buio egli non poteva ritrovar la chiave. E Filero in quel mentre, presa subitamente una sua veste e tutte le altre cose, e per la gran fretta lasciato un paio di pianelle di velluto, calatosi per una finestra della camera, che riusciva in una stradetta dietro, se ne andò a casa sua. Della qual cosa accortosi Mirmece, ritrovata la chiave, e aperta la porta, mise dentro il padrone: il quale, minacciando e borbottando, se ne corse subito in camera della moglie, per vedere se egli vi era alcuno che se la mangiasse; nè avendo ritrovato persona, per quella sera non ne fu altro. Ma venuta poscia la mattina, il buono uomo, che non aveva dormito in tutta quella notte un sonno in pace, come più tosto fu levato, andando guardando per la camera, s’e’ vedesse segno alcuno che non gli piacesse, e’ gli venne veduto sotto il letto quelle pianelle: nè riconoscendole per di casa, rinfrescando il preso sospetto, anzi raddoppiandolo, presele, e messolesi in seno, senza dir cosa del mondo o alla moglie o ad altri di casa, comandò che Mirmece fusse preso e legato, e in quella guisa gliel menassero dietro verso piazza. E rodendosi per la stizza da sè a sè, se ne uscì fuora, sperando coll’indizio di queste pianelle potere agevolmente sapere chi fusse bazzicato colla moglie. E mentre che egli se n’andava così gonfiato e così accigliato per la piazza, e dietro gli veniva Mirmece, come io vi dissi, legato (il quale, ancorch’e’ non fusse stato giunto in manifesto peccato, stimolato dalla macchiata coscienza, piangeva e lamentavasi, in guisa ch’e’ ne ’ncresceva a ognuno che lo vedeva), andando Filero per avventura per far non so che sue faccende, e passando per piazza, e’ gli venne veduto quel cattivello, e in sulla prima giunta tutto si conturbò; e ricordandosi dello errore, che per la gran fretta egli aveva commesso lasciando quelle pianelle, e