Pagina:L'asino d'oro.djvu/236

Da Wikisource.
220 dell'asino d'oro

un altro molto maggiore, e fuori di tutti gli ordini della natura: imperocchè sotto la mensa, dove coloro desinavano, in quel luogo appunto dove erano cadute le reliquie del desinare, la terra si aperse infin del profondo, e subitamente vi nacque un grandissimo fonte di sangue; e perciocchè egli zampillava all’aria ben alto, molte gocciole ne caddero in sulla tavola, e imbrattarono tutta quanta la tovaglia. E mentre che, tremando per la paura, stavano come balordi a rimirar che cosa volesse esser questa, e’ venne correndo uno della cella, e raccontò come tutto il vino, che era per le botti, aveva incominciato a bollire, non altrimenti che se egli fusse stato in una caldaia sopra a qualche gran fuoco. Nè aveva finito di raccontar costui questa sciagura, che noi vedemmo una donnola, che se ne portava un serpente morto per bocca. E voltoci dall’altro canto, noi ci accorgemmo che della bocca d’un can da pecorai era uscita una rannocchia viva; e un montone, che era appresso a quel cane, presolo co’ denti, allora allora con un sol morso lo strangolò. Queste tante e così fatte cose, con grandissima ed isterminata paura di quel povero uomo e di tutti gli altri di casa, avevano fatto cadere ognuno che vi era in una grandissima paura e ammirazione. E così, mentre che il buon vecchio voleva dare ordine con orazioni, digiuni, e limosine, e altre pie opere, di placare e rimuovere l’ira del cielo, e’ sopraggiunse un altro suo fante, e raccontogli come a confine delle sue posessioni era stata fatta una grandissima strage. Aveva costui tre bellissimi figliuoli, oramai tutti uomini fatti, letterati, gentili e graziosi, de’ quali egli viveva contentissimo soprammodo. Tenevano questi giovani una stretta amicizia e antica con un povero uomo padrone d’una possessioncella non molto lontana da loro, a’ confini della quale aveva di molte belle possessioni un giovane, che per essere animoso, ricco e d’una nobilissima famiglia, e’ poteva nella sua città tutto quello che egli voleva; ma egli non usava questa sua potenzia se non in dispiacere altrui, e far