Pagina:L'asino d'oro.djvu/61

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libro secondo 45

sua maravigliosa bellezza, voltamisi, disse: Vedi quel giovane, di far l’uficio tuo vigilantemente. Non aver pensier di nulla, risposi, purchè tu mi usi di soprappiù qualche cortesia. Ed ella, accennando di far ciò che io voleva, subito rizzatasi, mi menò a quella camera dove era il morto, e, in presenza di sette testimonj, levatili d’addosso alcuni sottilissimi veli, me lo scoperse; e posciach’ell’ebbe pianto un pezzo, con gran sollecitudine dimostrandomi le di lui parti per ordine, secondo ch’elle erano scritte in su un foglio, diceva: Ecco il naso intero, ecco gli occhi senza mancamento, ecco gli orecchi sani, ecco le labbra tutte, ecco il mento saldo: voi, gli miei cittadini, ne renderete testimonianza. E avendo dette queste parole, e suggellato quel foglio, volendosi partire, io le dissi: Ordina, Madonna, ch’egli mi sia portato tutte quelle cose che mi fanno bisogno intorno a di ciò. E che cose son queste? diss’ella. Una lucerna assai ben grande, risposi, e olio che basti a far lume sino al giorno, e dell’acqua, con un fiasco di vino, e un bicchiere, e una tavoletta piena di quelle cosette che vi sono avanzate questa sera a cena. Allora ella, scotendo il capo: Deh va via, pazzo: che cena in casa dove si fa bruno? e vuoi le reliquie donde tanti di sono che e’ non ci s’è veduto mai fummo, non che fuoco? e credi tu venire a sguazzar qua, dove non è convenevole fare altro che piagnere e lamentarsi? E così dicendo, voltasi a una sua serva, seguitò: Va portagli dell’olio e una lucerna spacciatamente; e serratolo poi in camera, vientene allora allora. Lasciato adunque solo a quel sollazzo di quel corpo morto, strofinandomi gli occhi, per armargli alla veglia, e trastullandomi con alcuna canzonetta, eccoti la notte, ecco le due ore, ecco le quattro, e la paura tuttavia cresceva: e in sulle cinque, allora quando il filatoio girava davvero, eccoti venire una donnola, e pormisi dirimpetto; la quale guardando fiso fiso, non mi levava mai occhi d’addosso. Volete voi altro? che un così picciolo animaletto, per la sua perfidia di quel guardarmi, mi conturbò più che