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36 l’edera

ciò che egli dice continuamente... Lo sai bene, Annesa. Egli dice, che vogliamo rovinarlo, che vogliamo assassinarlo.

— Ah, — ella sospirò, — tante volte ho avuto la tentazione di strappargli le cartelle di sotto al cuscino. Bisognerà fare così...

— Egli è capace di farci arrestare tutti, Anna! Eppoi io non sono un ladro!... Piuttosto mi uccido!

Ella si aggrappò nuovamente a lui, spaventata e dolente:

— Ecco che torni a parlare così! Paulu, Paulu, non vedi come mi fai paura? Non dire così, non parlare come parlano i pazzi. Ecco come sei, tu! Lasciami parlare, ho diritto anch’io... Paulu, ricordati: tu hai dato tanti dispiaceri ai tuoi nonni ed alla tua santa madre, ed ora vuoi farli morire di vergogna e di spasimo... Non dirla più, sai, quella cosa terribile; non parlarne più...

— Ebbene, taci. Non parliamone più.

— Ascoltami bene, — ella proseguì, sempre più agitata. — Devo dirti una cosa. Ricordati, Paulu; ricordati quando i tuoi parenti volevano farti sposare Caderina Majule. Era ricca, era di buona famiglia: e tu non l’hai voluta perchè non era bella. Ora son passati molti anni; tu non sei più un ragazzo capriccioso. E Caderina Majule non ha preso marito e ti vuole ancora. Sposala, Paulu: tutto si accomoderà... Sposala, Paulu, sposala... Se io fossi in te la sposerai...

Ella parlava come in delirio, soffiandogli sul viso il suo alito ansante: ed egli, a sua volta, teneva