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48 l’edera


— Veramente non è molto pulito quello specchio.

E zio Cosimu Damianu esclamava: — Ma, figlio di Sant’Antonio, chi accenna a te, Zua Dechè? Però, vedi, è appunto chi è senza peccato che scaglia la prima pietra contro il peccatore. Chi è senza peccato non compatisce, non compatisce...

Poi zio Zua raccontava i suoi ricordi di guerra. La sua voce dispettosa si raddolciva, e spesso egli piangeva, ricordando che La Marmora gli aveva stretto la mano. Ma i suoi ricordi erano molto confusi: fra le altre cose egli si ostinava a dire che i Sardi avevano preso parte alla battaglia di Balaclava, e invano don Simone ripeteva:

— No, è stato alla battaglia della Cernaia.

— No, no, è stato a Bellaclava. Mi ricordo; era d’estate, d’agosto, ma c’era una nebbia che pareva d’inverno. Fin dalla notte noi eravamo sul colle, al comando di quel diavolo di maggiore Corpograndi1. Imparatelo questo nome Cor-po-gran-di. Non bisogna sbagliarne una sillaba perchè sarebbe una bestemmia, come sbagliare il nome di Dio.

Un giorno zio Zua cadde per terra come era caduto don Pilimu. Non morì, ma quando lo sollevarono la sua gamba destra era rigida e morta peggio del bastone ferrato che sostituiva l’altra gamba. Lo misero a letto e non si alzò più. Egli diventò insoffribile: nascose sotto il guanciale le sue cartelle di rendita e non le affidò ai parenti

  1. Corporandi.