Pagina:L'edera (romanzo).djvu/76

Da Wikisource.
74 l’edera

braccio un fazzoletto rosso e turchino ch’egli teneva sempre in mano, poi le domandò:

— Ebbene, a che pensiamo? Mi sembri pallida, donna. Sei malata?

— Io? Non sono stata mai così bene, prete Virdis mio! Venga, venga avanti.

Ella volse le spalle, corse ad aprire l’uscio della camera del vecchio asmatico. Il prete si avanzò, sbuffando, entrò, si guardò attorno.

Ziu Zua pareva assopito, ma appena scorse il prete si animò, si agitò.

— E gli altri? Come va, compare Zua?

— Don Simone è uscito, ziu Cosimu e donna Rachela sono nell’orto. Devo chiamarli, prete Virdis? — domandò Annesa con premura. Ma subito si accorse che ziu Zua s’era allarmato per la visita del prete, e si pentì della sua domanda.

— Ora vado a chiamarli: s’accomodi.

— Annesa, tira su questo cuscino, — le ordinò il vecchio asmatico.

Ella si avvicinò e accomodò i cuscini, mentre il prete sedeva accanto al letto asciugandosi il sudore del viso e del collo col suo famoso fazzoletto turchino e rosso.

— Aufh! Aufh! Sono stanco morto! Avete ospiti, Annesa?

— Sissignore: due. Un ricco proprietario e un venditore di briglie. Vanno bene così, i cuscini, ziu Zua?

— Va bene, vattene! — rispose duramente l’infermo.