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gabbare. 161


G

Gabbare, burlare, beffare, ingannare, giuntare (Albertano, Guittone, Dante). Questo vb. coll’afr. gaber, prov. gabar, a. sp. gabar, procedette senza dubbio alcuno dall’anrd. gabba, burlare, scherzare. L’a. fris. gabbia significa “accusare, perseguitare”: il che spiega il senso di “ingannare” che fra gli altri ha assunto questo verbo. Il Diefenbach credette che esso fosse d’origine celtica per la ragione che si incontra anche nel prov. ed afr. Ma se questa ragione valesse, bisognerebbe ammettere essere celtiche molte altre parole che sono indubbiamente ger., perchè molte di esse si ritrovano anche in quelle due lingue sorelle, ed in parecchi casi di là sono entrate nell’it., atteso l’influsso che il ger. ha esercitato sulle due lingue fr. maggiore che sulle altre neolatine; ed attesa la grande espansione che nel medioevo come adesso il francese ebbe in tutta l’Europa meridionale. Probabilmente anche stavolta l’it. non procedette direttamente dal ger., bensì dal prov.; poichè quasi tutte le parole it. spettanti al ramo nordico di esso ger. sono passate a traverso la Francia, che ebbe cogli Scandinavi e i Danesi contatti più numerosi ed importanti che l’Italia, e ciò mediante le incursioni dei Normanni e il loro stanziamento alle foci della Senna, nel paese da loro detto poi Normandia, e mediante il commercio ch’essa dovette necessariamente avere più frequente cogli abitanti della Neerlandia, linguisticamente più affini agli Scandinavi che gli stessi popoli della Germania propriamente detta. Del rimanente la plasmazione fonetica dell’it. gabbare, prov. gabar, afr. gaber dall’anrd. gabba è analoga a quella per cui dall’anrd. dubba si formò afr. adober, prov. adobar, it. addobbare (v. Mackel, p. 179). È poi notevole che le lingue ger. ci abbiano dato un certo numero


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