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162 gabbo — gabella.


di vocaboli contenenti l’idea di “deridere, dileggiare” come beffare, celia, gherminella, onire, onta, schernire, scherzare ecc.; il che costituisce un’altra ragione di più, se ce ne fossse bisogno, per derivare di là anche gabbare. Deriv.: gabba-mento-tore, gabbevole; gabba-compagni-cristiani-deo-minchioni-mondo-santi. In tutti questi o derivati o composti all’idea di “burla, beffa” è quasi sempre sottentrata quella di “inganno”, per un procedimento logico facilmente spiegabile. L’ing. gibe, beffa, e to giber, schernire, appartiene esso pure alla stessa radice. Dell’ing. to gab, gabble, cicalare, non saprei dire.

Gabbo, burla, beffa, giuoco, scherzo (Pist. Sen., Novellino). Questo nome [afr. gab], può essersi svolto sul territorio delle lingue rom. dai vb. afr. gaber, prov. gabar, it. gabbare; ma potrebbe anche essere derivato direttamente dall’anrd. gabb, come da ags. crabba, afr. crabe; da anrd. nabbi, afr. nabot; e il significato di “beffa, scherzo” che unicamente presenta questo nome, mentre il vb. offre anche quello d’“inganno”, sembra confermare questa ipotesi. Il Littrè crede che il vocab. nord. abbia un rapporto col radicale gau da cui sarebbe venuto il l. gaudere, godere, rallegrarsi. Anche l’it. gabbare qualche volta significò “godere, gioire” (Fav. Esop.). Quanto al fr. gabatine, è venuto dall’it. gabbatina.

Gabella, dapprima imposta in generale; poi imposta sul sale; infine deposito di sale (Stratto, Part. T. A. 1; Sacchetti, Villani M., Morelli). Questa parola col fr. gabelle, sp. port. gabela, immediatamente venne dal bl. gablum, gabulum, gabella; e questo noi non esitiamo a dirlo derivato dall’ags. gaful, gafol, d’ug. sig., ing. gavel, terreno rendita, gabel, gabella; il qual nome s’era formato dal vb. gifan, got. giban, donde tm. geben, gab, gegeben, dare, e il nome Gabe, dono. Il processo logico per cui la parola dell’idea di “dare” passò a quella di “imposta” ha esempi perfettamente analoghi nell’afr. dace, e nell’it.