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374 pizza — poltro.


Pizza, pungiglione, becco. È voce che appare sotto diverse forme in parecchi dial. it. e il cui tema servì di fondamento a parole proprie anche dell’it. scritto. Abbiamo adunque: sard. pizzu, emil. pizza, becco; mil. pizz, sicil. pizzu, pungiglione; venez. pizzar, pungere. Il signif. fondamentale era dunque quello di “cosa appuntata e pungente” Le voci it. svoltesi da questo radicale sono pizzicare, pizzico-re col senso di “pungere leggermente”, pinzo, pungiglione, e pinzette, mollette da cose minute. Pinzo io credo siasi formato da pizzo per dissimilazione della prima z che s’è nasalizzata. Nel campo delle lingue neol. sorelle abbiamo: lad. pizza, pungiglione, sp. pinzas, fr. pincettes pinzette; sp. pizca, pizzico, vall. pizzî, valac. patzigâ, piscà, cat. prov. pezugar, sp. pizcar, pinchar, fr. pincer, épincer epinceler, pizzicare; port. piscar, stringere gli occhi. Ora tutte queste voci rom. sono dal Diez e da altri rimenate ad ol. pitzen, t. pfetzen d’ug. sig. Alcuni hanno invece proposto un l. “pictiare che sarebbesi formato da pingere in senso di “pungere”. Ma ci sono difficoltà gravi. Prima di tutto se la cosa stesse così, in it. pizzare sarebbe primitivo e pizza, pizzo derivato; mentre si verifica proprio il contrario. Inoltre è da notare che il signif. fondamentale in pizza è materiale, e vale “qualche cosa di appuntato”. Ora tutto questo e il fatto dell’esistenza della forma dial. spizza, ci conducono piuttosto a pensare ad aat. pizzi, mat. spitz, spitze, tm. Spitz, punta, da cui in it. sarebbe caduta l’iniz. s, benchè non sempre. Che se vorrassi ad ogni modo trarre il tema di pizzico, pizzicare da l. pictiare, converrà per lo meno separare da esso pizza, pizzo in senso di “pungolo, becco”, rimenando quest’ultimo al vocab. ger. sopra accennato.

Poltro, poltrone, ozioso, pigro, dappoco, vile (Jacopone, Dante). Voci parallele sono: sp. poltron, port. potro, fr. poltron (venuto dall’it.). Il fr. nel dial. sciamp. conserva la forma pleutre rispondente all’it. primitivo