Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/424

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396 refe — renga.

in e (v. Diez Gramm. Vol. I), bensì un nome svoltosi da vb. got. rêdan, fornire, preparare, anrd. redha, ags. raédan provvedere, leggere (questo era un mezzo rispetto all’indovinare il senso dei segni runici) ing. to read, leggere, as. râdan consigliare. Un tal sostantivo ci è effettivamente presentato da ags. raed, atris. rêd, e l’esistenza di queste forme pone fuori di ogni dubbio l’orig. ger. del gruppo rom. redo. Secondo lo Schade il signif. fondamentale di got. rêdan era quello di ‘“mezzi esistenti (materiali o spirituali) aiutanti ad essere o potente o valente”. A got. rêdan sono paralleli: aat. râtan, mat. râten, tm. rathen, provvedere, consigliare. Ger. rêdan è stato da taluni ravvicinato a l. reor pensare. In questo caso la dentale del vb. ger. sarebbe stata dapprima formativa del presente; poscia sarebbe entrata a fare parte costitutiva della radice del verbo stesso. Altri pensano e con ugual diritto a rad. sans. râdh trasportare, drizzare, conseguire qualche cosa, pacificare alcuno, e ad a. sl. raditi curarsi, darsi pensiero. Altre affinità nel campo indeu. sono accennate dallo Schade p. 701-702. Qui noterò solo che il nome aat. rât nel tm. è usato spesso nel suo signif. di “provvista, fornitura” nei composti Geräth masserizie, utensili, Vorrath provvigione, Hausrath suppellettili. Entra poi in molti altri composti col signif. di “consiglio”: ad es. Rathhaus, casa del consiglio, palazzo civico. Anche Rada spetta a questo ceppo. Composti e deriv.: arred-o-are; corred-o-are.

Refe, accia ritorta per uso di cucire (Vit. S. Giov. B.; Boccaccio, Vegezio). Il Diez, dopo aver accennato alla possibile derivazione da gr. ραφή, cucitura, propende a quella da aat. reif, cordicella, anche perchè è positivo che piem. tra, lad. trau, spago, vengono precisamente da t. draht. La Michaelis propose un arab. rifi, sottile. La preferenza sembra doversi dare all’ipotesi del Diez. Deriv.: refajuolo.

Renga, collana, fermaglio, borchia. Questa parola ger. penetrò nel bl. dove la troviamo parecchie volte usata