Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/448

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420 scalco.

che il longob. sotto la forma di scalâ patera; ma esso non dovette avere alcuna influenza sul rom. perchè in questo signif. il nome non passò in alcuna delle lingue neol. Il ceppo ger. di got. skalja insieme con anrd. skilja dividere, dipende da rad. idg. skel, fendere e gli connettono nel campoger. Schild, scudo e Scholle zolla (v. Zolla), e fuori di esso: lit. schilti, fendere, lett. skaldit fendere spaccare, skala, scheggia di pino; a. sl. skala, pietra rupe [propriamente “pezzo spaccato”], russ. skala rupe, corteccia di betulla, a. sl. skolika, guscio, corteccia; forse l. qui-squil-jae raschiatura spazzatura, cosa da nulla Curtius3 160: Corrsen 12 524; gr. σκάλλειν, raschiare grattare, σκαλίς, raschiatojo, σκολύπτειν, sbucciare, mozzare Pott3 2, 3, 683: Curtius3 160; Fick2 901, 900. Da questi raffronti indeu. appare che il signif. originario di got. skalja, aat. scala era quello di “qualche cosa di fenduto e spaccato”: a questo modo si spiega come il nome fosse applicato alle squame dei pesci; dalle quali era poi facile il passaggio alle corteccie, bucce, gusci e simili. Il signif. annesso all’it. scagliare “gettar via” è dovuto alla facilità con cui un oggetto a forma di scaglia si getta via, e quindi al frequente uso che se ne faceva per questo scopo segnatamente dai fanciulli. Ma si può anche supporre (e ciò pare più verosimile) che contenendo Scaglia l’idea di “raschiatura, rimasuglio, spazzatura” se ne formasse un vb. denotante l’uso che si fa delle spazzature e raschiature. Derìv.: scaglia-bile-mento-re-tore-trice; scagli-etta-ola-one-oso-uola.

Scalco, chi ordina il convito o trincia le vivande (Fra Giord., Pulci). Con fr. escalque usato dal Rabelais (che però è probabilmente d’estrazione it. data la sua terminazione in que e data il suo tardo e unico comparire in autore molto versato nell’it.). risale ad aat. scalc servo, donde mat. schalc servo schiavo, uomo d’infimo grado, tm. Schalck furbo volpone. Paralleli in quel campo sono: got. skálks, anrd. skálkr, ags. scealc servo uomo [fem. scylcen