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432 schiena.

sclavus fosse quello di “slavo fatto prigioniero”, sostiene che questo non è d’orig. ger., ma che è riproduzione di Έσκλαβηνοί con la quale denominazione i Bizantini designavano gli Slavi; denominazione che sarebbe penetrata in Italia nel sec. 8-9, e quindi nel rimanente dell’Europa compresa la Germania. La ragione di ciò sarebbe che in quest’ultimo paese gli Slavi eran chiamati Vendi; e d’altra parte il nome di Slavo non può essere venuto dall’Oriente slavo, perchè nessuna popolazione slava occidentale si è mai chiamata con tal vocabolo. Però a questa difficoltà del Kluge mi pare si possa obbiettare il fatto che il bl. fa la sua prima comparsa in Germania; e che ad ogni modo il gr. Έσκλαβηνοί non avrebbe prodotto un bl. sclavus, e che it. Schiavone venuto appunto di là non assunse mai il senso di “schiavo”. In conchiusione finchè non sia mostrato che bl. sclavus apparisse prima in territorio neol. si ha buon diritto di ritenere che la Germania fosse il tramite per cui ci venne questo nome. Der.: schiav-aggîo-esco-itù-olîno.

Schiena schena, parte posteriore del corpo dalle spalle alla cintura (Dante, Sacchetti). Voci sorelle: ven. piem. romag. sard. schina; sp. esquena, prov. esquena esquina, afr. eschine, fr. échine, dial. fr. esquine spina dorsale. Base. aat. skinâ scina scëna sciena canna stecco, stinco tibia; ago spillo spina, Graff 6, 499; Mittelhocd. Wört. 2. 2, 139. L’ags: era scina donde ing. shin stinco; sv. skena, dan. skinne stecca; ol. scheen. Da aat. si svolse mat. schine che conservossi in tm. Schiene stecca rotaia, e in Schienbein stinco tibia da mat. schinebein. Secondo il Kluge tm. Schiene non è affine a Schinken (v. Stinco) stinco, perché il signif. secondario di tm. Schiene “legno sottile, lama di metallo, striscia”, e aat. scina “ago spillo”, accennano a got. * skinô pezzo sottile d’osso o di metallo. Lo Schade p. 795 crede che tema ger. skina spetti a vb. aat. scînan [donde tm. scheinen] splendere lucere; e trova la ragione della deno-