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Pagina:L'elemento germanico nella lingua italiana.djvu/461

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schienella — schiera. 433

minazione nel fatto che skina denota un oggetto a traverso del quale si può guardare attesa la sua cavità. Questa spiegazione è ingegnosa; ma è applicabile solo al caso in cui ger. skina vale “canna”, non agli altri in cui abbiamo un signif. di cosa tutt’altro che cava e trasparente. Il Mackel p. 106 suppone che it. schiena, prov. esquena riposino direttamente su aat. skëna; prov. esquine, afr. eschine fr. échine su aat. skina. Il nome ger. non appare nel bl. V. Schienella e Schiniera. Der.: schiena-ccia-le.

Schienella schinella, malore che viene ai cavalli nelle gambe dinanzi tra il ginocchio e la giuntura del piè (Sacchetti, Lib. Motti). Questa parola del pari che schiniere ha per base il ceppo ger. che ha dato Schiena, cioè scina; e più propriamente pare risalire al mat. schine che mostra il preciso signif. di “stinco, tibia”. Anche per la forma l’it. è più vicino al mat. che all’aat. V. Schiniera.

Schiera, numero di soldati in ordinanza; moltitudine, compagnia (Guinicelli, Dante). Voci sorelle: prov. esqueira, afr. eschiere divisione d’un esercito. Il bl. scara ricorre più volte negli Annal. Bertin: una all’an. 766, poi al 774 ove è detto che Carlo Magno del suo esercito fece «quatuor scaras» ossia “parti, divisioni”. Questo bl. scara s’affievolì in schera che incontriamo all’an. 1218 in Memor. Potest. Regiensis. Riposa su ger. skara, aat. skara scara turba, quantità, corpo d’esercito, servizio obbligato. Il mat. schar aveva signif. uguale all’aat. Tm. Schaar conserva solo il senso militare di “torma, legione”, come le lingue rom. L’ags. era scaru, accanto a cui è notevole scêalu sceolu donde ing. shoal folla. Il Diez e il Neumann (Die german. Elem. in der prov. und franz. Spr., p. 36) pongono a base delle voci rom. un aat. * scaria. Ma il Mackel risponde che afr. eschiere esige uno skara; e che aat. * scaria oltre all’essere meramente ipotetico, avrebbe prodotto afr. escaire, e it. scaja. Quindi abbiamo qui un caso in cui la deriv. rom. da un vocabolo ger. si


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