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452 siniscalco — sizio.

e qualche po’ anche il senso, e inoltre la stessa comparsa dal vocab. it. rendono molto più probabile la prima delle due ipotesi. Alla forma it. schincio rispondente foneticamente alla sic. e nap. s’attiene crem. beschinz, e poi vb. schencire. Questo ceppo ger. benchè non appaia documentato nell’aat., dovette penetrare in Italia sin dai tempi dei Longobardi, giacchè altrimenti non spiegherebbesi la sua penetrazione in tutte le parti della penisola anche fra il popolo. Deriv.: scancire.

Siniscalco sescalco, maggiordomo o maestro di casa, scalco, governatore di provincia, tesoriere (Novellino, Latini). Rispondono: sp. prov. senescal, afr. senéschalt fr. sénéchal maggiordomo. Le voci rom. riposano sul bl. seniscalcus vocabolo d’un’estrema diffusione in tutta l’Europa durante il medio-evo ma specialmante in Francia (v. Du Cange), e che ricorre già in un placito di Clodoveo III † 695, nella Lex Alam. 79, 3, 4, negli Annal. Bertin. 785. Ora questo bl. seniscalcus risaliva a got. * sinaskalks, aat. * siniscalh, “il più vecchio de’ servi”. Il secondo elemento s’é già visto sotto Scalco: il primo è got. borgog. sinista “il più vecchio”; forma attestataci da Am. Marcellino che 28, 5 scrive «Apud Burgundios sacerdos omnium maximus appellatur sinistus». Secondo il Grimm Gramm. d. d. Sp. 303 sinista è superlativo plurale di got. * sins sineigs vecchio. Questo proviene da tema idg. seno che appare in ind.: sána vecchio, sanakas antico, arm. hin ἕνος ἔνη vecchio, l. senex; a. irl. sen vecchio, senchos vecchia legge, lit. senas vecchio, aat. mat. sint antico Bopp Gl.3 408; Grimm Ges. d. d. Sp. 303; Curtius3 290. Da afr. sénéschalt il mat. cavò alla sua volta seneschalt scheneschalt scheneschlant, donde tm. Seneschalt. Der.: siniscal-cato-cia.

Sizio, lavoro faticoso (neolog.). Il Caix crede che una tale voce registrata già dal Manuzzi (ediz. 2.ª 1865) riproduca il tm. Sitz seggio, e che sia di recente importazione burocratica durante il predominio austriaco. All’in-