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476 stalla — stallo.

secolo e dei successivi. Nel bl., sin dal sec. 7º, s’incontra spesso anche staphilum come denominazione geografica propria e comune di parecchie località dell’Italia, specialmente bassa, e con significato di “declivio, salita d’un monte”. Evidentemente è sempre lo stesso nome i cui signif. si sono sdoppiati dall’idea generale di “ascesa, mezzo di salire”. La base è propriamente non ger. stapf visto sotto staffa come vorrebbe il Diez, ma stafel mat. staffel, stafel gradino, piedistallo, tm. Staffel piuolo, ing. staple rampo. Quest’ultimo gruppo è però sempre nel campo ger. un deriv. da stapf, staff. V. Schade p. 864.

Stalla, luogo ove si tengono le bestie (Brunetto L., Tesor.). Con sp. estala, aport. stala d’ug. sig. risale a ger. stall che accanto ad altri sensi che vedremo sotto Stallo presentava anche quello di “luogo per le bestie, scuderia”. Ciò emerge chiaramente dalla Lex Visigothorum ove è ricordato «equus ad stallum» che il Ducange traduce giustamente «le cheval à l’écurie». Una derivazione da l. stabulum sarebbe foneticamente irregolare, giacché da quello si sarebbe avuto uno stabbio (cfr. nebbia da nebula, macchia da macula, bacchio da baculus ecc.). Nel bl., oltre allo stallum visto or ora, troviamo nello stesso senso stalla in Vit. S. Bonae e in Io. De Mussis Chron. Placent. an. 1376. Ma evidentemente quest’ultima forma anzichè avere preceduto e generato l’it. fu riproduzione di esso. Un deriv. it. importante è stallone a cui risponde fr. étalon. Circa il ceppo ger. in sè v. Stallo. Der.: stall-are-eggiare-etto-one-oneggiare.

Stallo, lo stare, stanza, dimora, luogo dove si sta, luogo ove si prende posizione, posto, stato, indugio; sedia, cattedra, scanno (Novellino, Brunetto, Dante). Rispondono port. stallo, sp. estalo, prov. afr. estal luogo ove si è, soggiorno, posizione fissa, fr. étal luogo in cui s’espongono le mercanzie. Il senso fondamentale di tutto questo gruppo è dunque quello di “posizione fissa”. Risale a ceppo ger.