Pagina:L'imperatore Diocleziano e la legge economica del mercato.djvu/17

Da Wikisource.

15

rezza alla legge, quando siavi una via tanto chiara ed aperta di sottrarsi ai suoi castighi, siccome quella di adattarsi senz’altro a ciò che ella indice? Nec quisquam duritiam statui putet (il testo merita davvero la citazione), cum in promptu adsit perfugium declinandi periculi modestiae observantia.

Giustificazione invero affatto impuntabile; la pena capitale è un nonnulla con siffatta comodità: ognuno ha intera balìa di evitarla. — Peccato che la Convenzione Nazionale francese, la quale nelle sue eroiche aberrazioni economiche propose la ghigliottina ai violatori del suo massimo, e che secondo il suo stile era fermamente risoluta di tener parola, non abbia avuto sott’occhio l’editto di Diocleziano, per copiarne quella ragione tanto persuasiva, a comprovare, se pur gliene importava, che al postutto essa non era punto crudele e nè tampoco eccessivamente severa. — Altri tempi, altre tempere!

E l’esito?

Diocleziano, per verità, non ce ne ha punto informati in persona; o, a meglio dire, non ci fu di lui preservato altro che il primo atto; questo solo venne inciso in marmo ed in bronzo, a quanto pare. — Però l’esito ce lo ha riferito Lattanzio nel libro che s’intitola De mortibus persecutorum, ed eccolo nel suo latino, citato testualmente dal Waddington, il quale non vi fa sopra osservazione di sorta: — Diocletianus cum variis iniquitatibus immensam faceret caritatem, legem pretiis rerum venalium statuere conatus est. Tunc ob exigua et vilia multus sanguis effusus, nec venale quidquam metu apparebat et caritas multo deterius exarsit, donec lex necessitate ipsa post multorum exitium solveretur (cap. 7).

Ossia, in linguaggio volgare: “Diocleziano, il quale colle molteplici sue iniquità avea egli stesso cagionato un’immensa carestia (e in ciò l’imputazione risentesi alquanto di parzialità ostile), tentò poi di porvi riparo collo statuire la legge ai prezzi delle cose venali. Il che costò molto sangue, sparso per sì poca e bassa cagione, e intanto le mercanzie celavansi per paura, la carestia rincrudì grandemente; e infine, dopo avere causato la rovina di un gran numero di genti, la legge si dovette abrogare per la necessità stessa delle cose.,,

Per la necessità stessa delle cose, necessitate ipsa. — Sta bene! Accadde quello che doveva necessariamente accadere, quello che sempre accade allorquando s’immagina di porre ciò che l’uomo chiama la propria legge in luogo delle leggi, che sono veramen-