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l'ombra del passato 147

rore del fuoco: attraverso un uscio socchiuso si scorgeva una stanza che pareva una biblioteca; ma su scaffali di legno giallo invece di libri si vedevano grandi forme dorate di formaggio parmigiano. Qua e là diverse trappole di legno e di fili di ferro aprivano le loro bocche lusingherei segno che i topi frequentavano con passione questa singolare biblioteca.

Qualche volta Pino pregava Adone di portare i saluti ad Andromaca: oltre i saluti lo incaricava di portarle dei bizzarri messaggi.

— Le dirai così: alle otto precise la luna spunterà sopra il cancello Dargenti.

Oppure:

— La bella francese alle otto precise starà a passeggiare lungo il fosso.

Adone capiva a meraviglia questo linguaggio, e invece della bella francese, una sera egli vide Pino e Andromaca passeggiare abbracciati lungo il fosso: egli sentiva per la ragazza una specie di amore, una vera simpatia fisica, tuttavia s’incaricava dei messaggi di Pino con piacere, curiosità e gelosia. Egli era già malizioso, e i compagni di scuola s’incaricavano di insegnargli, giorno per giorno, quello che ancora ignorava. Riguardo a questo erano tutti abbastanza istruiti: eppure, in altre materie, restavano indietro d’un secolo. Ce n’erano alcuni così ridicoli, così ridicoli che parevano scolaretti di prima classe. Una volta venne un vecchio ispettore che non riusciva a pronunziare certe doppie, e domandò ad uno scolaretto: