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l'ombra del passato 155


Anche le donne e i vecchi si fermavano a guardare, e Adone ascoltava con curiosità i commenti.

— Ma perchè hanno messo le tende gialle, che sembrano sporche?

— E la puttina Dargenti verrà anche lei?

— Ma dicono che non verrà nè la siora marchesa nè la nipotina. Verrà solo la cameriera della vecchia: è una signora di Colorno.

— Una signora non fa la cameriera.

— Eppure, ti dico, è così: è una cameriera anche lei anzianotta: dicono, almeno.

Adone andava a riferire queste chiacchiere a Carissima e al zolfanellajo.

Carissima aspettava con ansia l’arrivo dei signori: s’era raccomandata Jusfin per farsi dare del lavoro: inoltre sperava intendersela col cuoco per le cosette che sgraffignava in casa.

Nel zolfanellajo invece la novità non destava molto interesse. Egli era molto malandato in salute: tossiva ancora, nonostante il caldo, e aveva male a un orecchio.

— Zufola, zufola! — egli diceva, toccandoselo. Mi pare d’intendere un rumore lontano: forse è il rumore dell’inferno.

Adone rideva. Bastava mostrargli un dito, per farlo ridere! Ma l’ometto parlava sul serio. Egli aveva paura di morire, e spesso domandava notizie della cestaja.

— Di’, Adone, coni’è? L’hai veduta? È gialla? Sputa molto?