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194 l'ombra del passato


Anche l’acqua gli piaceva per il suo continuo andare; ma l’acqua era troppo in basso, soggetta, nonostante la sua potenza, al dominio dell’uomo. Persino il remo di Pigoss poteva ferirla, o almeno disturbarla!

Quella sera la pesca fu abbonriante, ma Davide non se ne rallegrò. Adone sperava che al ritorno egli cantasse, ma il giovine preferì chiacchierare con Pigoss, il quale gli domandava se aveva intenzione di prender moglie.

— Per farla morir di fame! — gridò il giovane. Devo ancora studiare: altri due anni!

— Farai scuola, poi?

— Ah, farà scuola! — eslamò Adone. — Ai ragazzi?

— E anche alle ragazze! — disse Pigoss.

— Come me! Aneli’ io farò scuola!

— Anche tu farai scuola alle ragazze? — riprese il vecchietto malizioso. — Eh, l’ho sentito dire, che fai già all’amore.

— Ah, sì? Ah, birbante! — disse Davide.

Adone protestò, rosso in viso come il cielo all’orizzonte dietro i boschi violacei sui quali pareva si fossero sciolte le nuvole del tramonto.

Ma il barcajuolo diceva, rivolto a Davide:

— Sì, el gh’à una puttina, mi han detto, una bella puttina di Casale...

— Non è vero e non è vero! È una mia compagna, solo: si chiama Caterina, e la sua mamma muore!

— Anche! — disse Davide.