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l'ombra del passato 401


Adone si portò le mani al viso: pareva volesse piangere.

Maddalena proseguì, semplice e commossa:

— E poi io pensavo sempre a lei, pensavo: ma come la madre non lo vuole? E sentivo una pietà quasi materna. Sì, sì, davvero... Ma avevo vergogna di dirlo. Poi, quando fui grande, una persona mi parlò sempre di lei, e mi fece leggere la sua novella, e le sue lettere...

— Davide! — disse Adone. E una commozione violenta lo assalì. — Perchè ha fatto questo? domandò, come parlando fra sè. — Perchè lo ha fatto? Ah, forse egli credeva di rimediare al male che mi ha fatto?

— Anche lui le ha fatto del male?

— Lui più di tutti... Ah, tutti mi hanno fatto del male, tutti... tutti...

— Io no, però? — ella disse, carezzevole.

— Lei no... lei sola!...

Egli disse così, ma subito pensò a Caterina. Anche a lei egli aveva detto le stesse parole! Quando aveva mentito? Allora? O mentiva adesso? L’ombra di Caterina tornò a riafferrarlo. Ma egli fu assalito da una rabbia sorda contro il fantasma importuno. Volle scacciarlo; prese quasi con violenza le mani di Maddalena, la strinse a sè, la baciò, le sfiorò con mano tremante le spalle tremanti. E gli parve di sfiorarle la pelle, tanto la stoffa del suo vestito era liscia. E il profumo di fieno ch’esalava da tutta la persona di lei era così dolce e caldo che egli ebbe l’impressione di trovarsi