Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
l'ombra del passato | 63 |
più bello ed espressivo ilei solito. Ma la zla neppure lo guardò.
— Tu hai sognato, — gli disse, con voce aspra e tremante. — Fai il cattivo anche quando sei a letto. Dormi, dormi.
Spense il lumino, si coricò e cominciò a pregare. E siccome Adone sospirava, inquieto, gli domandò:
— E tu hai detto la preghiera, almeno?
— Mi son dimenticato!
— Tutte le sere così! Di’ subito la preghiera, cattivaccio!
Allora egli, un po’ per dispetto, un po’ per divertirsi, cominciò a recitare una preghiera scherzosa, che lo zio gli aveva insegnato!
Signor, la veta, l’unur,
Di sold da spender,
’Na bela dona a st’mond.
In paradis a cl’atar
Signor, an v’arcmandi star.
— Zia, è bella questa preghiera?
Siccome la zia non rispondeva, egli agitò le gambe, e gridò:
— È bella questa preghiera? Zia, oh, zia!
La zia allora si adirò, alzò la voce, gli disse che era stanca di lui e delle sue cattiverie, che lo avrebbe cacciato via poichè egli era il suo tormento, e non la lasciava in pace neppure la notte!
e gli impose di tacere, di star fermo, di non fiatare oltre.