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64 l'ombra del passato


Egli non fiatò oltre. Non aveva mai sentito la zia a gridare così arrabbiata: la voce di lei, in quel momento, rassomigliava alla voce del Pirloccia.

Egli ebbe voglia di piangere, ma si frenò, per dispetto, per orgoglio.

— Me ne andrò, - disse fra sè: - sì, me ne andrò! La mia mamma è povera e non mi vuole con sè, ma io me ne andrò coi saltimbanchi, e sarò il loro servetto, e poi diventerò anch’io saltimbanco. Sono svelto, io! So saltare, io! Meglio, meglio! Sì, meglio che me ne vada. Aspetta un po’!

Veramente c’era da aspettare un bel po’, perchè i saltimbanchi dovevano arrivare l’anno appresso, in maggio, per la fiera di Santa Giulia. Ma nell’attesa e nella speranza di por fine ai suoi guai, egli si rassegnò e si addormentò.

Pirloccia riuscì a farsi affittare la camera ed anche un ripostiglio dietro il portone.

— Mica gratis! Mica gratis! Pago, io, ecco, ed anche anticipato! Ecco qui un mezzo marenghino, — gridava, mostrando sulla palma della mano una piccola moneta d’oro.

Tognina guardava la monetina e non rispondeva. Anche Adone, che mangiava la sua polenta dividendola col gatto, guardava e taceva. Non si disperava più, pensando ai possibili maltrattamenti