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Pagina:La Cicceide legittima.djvu/142

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La Convalescenza di D. Ciccio.

cclxvi.
S
E ben D. Ciccio al fin s’è riavuto

     Mediante un salutifero cristiere
     Dal male, onde sì forte abbiam temuto
     4Finor di non averlo a rivedere,
E’ non di men sì fiacco, e sì svenuto,
     Che mal si regge, e se non vuol cadere,
     Bisogna ch’altri vada a dargli ajuto,
     8E a far con lui l’ufficio del brachiere.
Ma però questo nuovo ultimo male,
     Che gli ha sì gravemente i nervi afflitti
     11Nella di lui persona è naturale,
Che non han mai saputo, ancor che fitti
     Sotto la disciplina del C....
     14Imparare i Testicoli a star ritti.



La Recidiva.
Al Sig. Mario Fiorentini

cclxvii.
M
Ario, il pover D. Ciccio è ricaduto

     Quando noi tutti il credevam guarito,
     E sebben serba, col divino ajuto,
     4Pur anche un assai comodo appetito,
Nulla di meno al Medico è paruto
     Di ritrovarlo al quanto indebolito,
     E ha fatto caso ancor, ch’abbia lo sputo,
     8Come la terra insipido, e sciapito.
Ma poi, se ci sia febbre, interrogato,
     Egli ha risposto, che secondo l’arte
     11Non sà mai come renderlo accertato.
Dicendo, che Galen non ha lasciato
     Scritto, e nè pure Ippocrate, in qual parte
     14Il polso de’ C.... sia situato.



Il