Pagina:La Cicceide legittima.djvu/159

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Il Deposito di D. Ciccio.

ccc.
O
R, ch’estint’è D. Ciccio, ogni martello

     Fra le man degli Artefici più conti
     Vada di paro a sviscerar i Monti
     4Per fare a un uom sì degno un degno Avello.
Poscia il famoso, e celebre scarpello
     Per la gran Mole il gran Bernino appronti,
     Onde a par de lo spirto al Ciel sormonti
     8Giorioso, e felice il corpo anch’ello.
E perchè poi d’annichilar non tenti
     La sua memoria il volator tiranno
     11Ei ve la stabilisca in questi accenti.
Morto D. Ciccio, a riposar si stanno
     Le sue dentro a quest’Urna ossa eminenti;
     14Ma come, se i C.... ossa non hanno?


Invocazione a Febo nel dar principio alla quarta Centuria.

ccci.
C
On trecento sonetti ho già sfogato

     In cantar di D. Ciccio il mio prurito,
     Ma con essi però non s’è sfamato
     4Per anche il mio poetico appetito.
Or tu nel Delio suol Nume adorato
     Porgi gli orecchi al mio novello invito,
     E torna in me con un tuo dolce afflato
     8A invigorir lo spirito infiacchito.
Che se questo favor tu mi comparti
     Non sol con replicate adorazioni
     11Mi prostrerò divoto a ringraziarti,
Ma per meglio adempir l’obligazioni,
     Febo, fò voto di sacrificarti
     14Un intera Ecatombe di C....


Si