Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/143

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suo spirito d’altre cose si faccia curioso che di indagare

«Le vicende ascose
«Degli instabili amor, le cagion lievi
«Dei frequenti disgusti e i varii casi
«Del dì già scorso, le gelose risse,
«Le illanguidite e le nascenti fiamme,
«Le forzate costanze, e le sofferte
«Con mutua pace infedeltà segrete,
«Dolci argomenti a femminil bisbiglio?»

Non è egli tempo, che la sensibilità di cui natura la adornava e che di tanta potenza al bene è fonte, più non si sprechi per cause, che non la meritano, e più non si dica di lei ciò che il gran satirico disse della donna del tempo suo,

«Del suo diletto passerin la morte
«Fe’ rossi gli occhi e li gonfiò di pianto?»

Non è egli tempo, che la donna senta essere chiamata a lavorar di concerto col resto dell’umanità alla diffusione dei lumi, al benessere universale? Non è egli tempo ch’ella ogni lode, ogni ammirazione, ogni simpatia conceda al genio ed alla virtù, trascurando affatto quegli uomini neghittosi, che la vita passano siccome gli accattoni ad esaurire i tesori ereditati dai padri loro, credendosi modestamente l’incarnazione d’ogni eccellenza, e nulla pur facendo per l’umanità; sicchè non continui a meritarsi il severo strale, che Casti le vibrò adombrandola nella leonessa regina, alla quale presentandosi un nuovo cortigiano, siccome

«L’asino lo protesse e lo propose,
«Ciò fu bastante, il merto si suppose?»

La conversazione della donna deve essere all’uomo non dilettevole solo, ma utile. I Musulmani gemono sotto la sferza d’una intollerabile noja, si abbandonano ad orgie sfrenate che mettono