Pagina:La Donna e i suoi rapporti sociali.djvu/35

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basta; la debolezza della tua mente non s’attenti di fissar lo sguardo nelle sacre cose; astienti anzi del tutto anche dalle profane et non plus sapere quam oportet. Ed ella si volse all’opinione. Questa, simile alla liquida massa dell’Oceano, ora spinge i suoi flutti come adamantini proiettili sino al Cielo, ora li preme fino all’abisso; fluttuante sempre, è determinata dai più, ed è sempre indipendente da ogni pressione che non sia numero. Le sue risposte sono categoriche; ella non si crede in dovere di motivare, non si dà pena di far analisi, di stabilir confronti, non si cura di premesse, non pensa a conseguenze, ed ella rispose alla donna, non voglio, non mi piace. Ed ella si volse a chi l’amava, ed egli le rispose: Cornei Tu dunque disconosci tanto i vezzi di che ti fornì natura da voler andar in cerca d’altri meno attraenti; lascia ad una bocca meno piccola della tua la difficile articolazione di barbari paroloni, e non voler annuvolare il liscio marmo della tua fronte colle rughe dei calcoli, nè voler perdere il tuo celeste sorriso fra le gravi meditazioni, nè impallidir le rose del viso fra le veglie prolungate. Natura t’informò con tale studio, e di tal predilezione ti amò, che fece in te pregio l’ignoranza, e tu tutto sai, nulla sapendo. Era quasi convinta, pur s’attentò a scartabellar qualche volume della paterna biblioteca; ed ecco radunarsi a grave consiglio la famiglia ed il suo capo decidere che, consultata la religione, il costume e l’opinione, che esser debbono e sono, con ragione o senza, i tre padroni assoluti sotto i quali la donna, stupida od intelligente, volente o non volente, deve piegare la testa; tutti ad unanimità decisero che la donna, se povera all’ago, se ricca all’ozio, passi la vita, ed altro scopo alla sua esistenza non cerchi oltre quello della femmina; che se poi s’annoiasse, libero a lei di sbadigliare a tutto suo agio.