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a Te, che il comun pregiudizio non dividesti che alla donna interdice il libero pensiero; a Te, che vita mi desti, latte ed insegnamento, questa mia dedica è tutt’insieme debito ed omaggio.
Da tutt’altri implorerei indulgenza e generosa venia alle molte imperfezioni del mio lavoro; ma dal cuor di madre è colpa dubitare, non altrimenti che dalla divina illimitata bontà; laonde aspetto nel Tuo aggradimento l’ampia mercede al mio buon volere.
L’affezionatissima tua Figlia |