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84 eloisa battaglini


no, neanche per rimpiangere. Come animata dallo stesso eroico soffio, che ha segnato di sacre tombe i confini d’Italia, la voce della madre italiana si è fatta udire soltanto per rammentare il dovere.

Qualcuno potrebbe osservare che non tutte le donne hanno sentito, hanno agito così. È vero. Non tutte hanno saputo tenersi all’altezza del grave momento che attraversiamo. E non tutte hanno portato nel lavoro, oltre alla capacità, quella dignitosa coscienza di sè, che è elemento prezioso, indispensabile nella nuova vita a cui le donna si accinge. Noi non vogliamo mettere una maschera alle nostre manchevolezze: noi vogliamo anzi rendercene conto per combatterle. Nè chiediamo indulgenza ma soltanto giustizia. E in nome della giustizia appunto, io vi domando: Quale preparazione è stata data alla donna nella famiglia, nella scuola, per poter pretendere che essa si dimostri perfetta fin dai primi passi del suo nuovo cammino? E in quest’ora sacra alla patria gli uomini, con preparazione ben diversa dalla nostra, hanno fatto sempre tutti ed in tutto il loro dovere? Si rimprovera costantemente alla donna la sua debolezza; ma più del debole non è in colpa chi della debolezza approfitta? Convinciamoci che non solo la coscienza femminile, ma la coscienza di tutti deve affinarsi. Io credo di poter affermare, senza tema che mi si accusi di fare delle apologie, che se la donna, così come l’hanno formata l’educazione e l’ambiente, ha potuto dare oggi quello che ha dato, ciò vuol dire che le sue capacità considerate come fattore di progresso sociale sono incalcolabili, e saranno messe in luce in modo indiscutibile, quando appunto l’ambiente e l’educazione avranno sviluppato in lei le sue qualità migliori e le avranno dato la consapevolezza di sè. Molti — quando si parla