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LIBRO QUINTO



Proclama di re Carlo-Alberto ai Lombardi ed ai Veneti. — Convenzione da lai stipulata col governo di Lombardia. — Lo esercito assoldato passa la frontiera. — Mala organizzazione dell'annata. — Giudizio é un dotto piemontese su di essa. — Scarsezza de' provvedimenti di guerra. — Descrizione del paese ove debbonsi combattere le battaglie per la indipendenza d’Italia. — Carlo-Alberto generalissimo. — Quali i suoi aiutanti di campo. — Quale il capo dello Stato-maggior-generale. — Il barone Eusebio Bava. — Il conte Ettore Gerbaix di Sonnaz. — Sistema di guerra di questo generale, non approvato.— Il principe Vittorio-Emmanuele, duca di Savoia. — 11 primo scontro in Marcaria. — La fazione di Goito. — Il colonnello Alessandro Ferrerò della Marmora. — Monzambano e Valeggio. — Peschiera. — Inutile tentativo di attacco. — Ricognizione sa Mantova. — Viene bloccata dai Toscani e da un reggimento napoletano. — La colonna mobile de' Modenesi valica 71 Po. — Fazione di Governolo. — Decreto del Parlamento di Sicilia sulla decadenza dei Borboni dal dominio sull'isola. — Giusto, universale contento.—Aurelio Saliceti. — Caduta del ministero Bozzelli. — Quali i componenti il nuovo. — .Loro programma politico.— Manifesto del re. — Ricordo istorico di un regale spergiuro. — Imbarazzi del nuovo consiglio. — Risposta del Borbone alla Sicilia. — Disegno di ostilità contro l’Austria. — Opposizioni e strano proposito del ministro Ruggiero. — Il generale Guglielmo Pepe. — Il conte Giovanni Statella. — Alessandro Poerio, milite dvile. — Le truppe napoletane partono pe' campi lombardi. — Spedizione della flotta. — Il ministero piemontese invia parte della sua.

La rivoluzione de’ fatti compivasi. Il voto de’ milioni era voto di guerra. Quel voto fu sanzionato dai principi. E il più forte fra tutti, il solo che sentisse nell’anima il principio della italianità — per quali ragioni il sa Dio! — emanava adì 23 marzo il seguente proclama:

«Popoli della Lombardia e della Venezia!

«I destini d’Italia si maturano; sorti più felici arridono agl’intrepidi difensori di conculcati diritti.

«Per amore di stirpe, per intelligenza di tempi, per comunanza di voti, Noi ci associammo primi a quell’unanime ammirazione che vi tributa l’Italia.

«Popoli della Lombardia e della Venezia! Le nostre.armi che già si concentravano sulla vostra frontiera quando voi anticipaste la liberazione della gloriosa Milano, vengono ora a porgervi nelle ulteriori prove quell’aiuto che il fratello aspetta dal fratello, dall’amico l’amico.

«Seconderemo i vostri giusti desiderii, fidando nell’aiuto di quel Dio che è visibilmente con Noi, di quel Dio, che ha dato all’Italia Pio IX, di quel Dio, che con si maravigliosi impulsi pose l’Italia in grado di fare da sè.

«E per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana, vogliamo che le nostre truppe entrando nel territorio della Lombardia e della Venezia portino lo scudo di Savoia sovrapposto alla bandiera tricolore italiana.