Pagina:La Natura.djvu/297

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libro quinto 297

939Mentr’ella nasce il tramontar di quello:
Indi, a dietro volgendo, a grado a grado
Celar dee quasi al modo stesso il lume,
942Quanto più e più al solar foco vicino,
Da l’altro lato il corso rivolgendo,
Il signifero cerchio ella traversa;
945Come suppongon quei che ad una palla
Immaginan che sia simil la luna
E che di sotto al Sol batta il viaggio.
948È possibile ancor, ch’ella si volga
Con propria luce, e di splendor diverse
Fasi presenti: perchè un altro corpo
951Esser vi può, che in un con lei si aggira,
E l’incontra e l’ecclissa in ogni guisa,
Nè il vede alcun, perchè di luce è casso.
954Volger anche si può, come ritonda
Palla a metà di bianco lume aspersa,
E, rotando il suo globo, offrir mutevoli
957Forme infin ch’a’ nostr’occhi aperta e intera
Volga la parte che di foco è tinta;
A poco a poco poi torcesi a dietro,
960E del disco volubile nasconde
La lucida metà, come ha preteso
Provar la babilonica dottrina
963Dei Caldei, confutando e combattendo
Degli astrologi l’arte, a punto come
Se ciò avverar non si potesse mai