Pagina:La Natura.djvu/313

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libro quinto 313

1371Significando in mal espressi accenti,
Che ognun deve agl’imbelli esser pietoso.
Nè però tra di lor concordia intera
1374Generarsi potea; ma fedelmente
La gran parte miglior serbava i patti;
Altrimenti l’uman genere omai
1377Saría tutto perito, e non potrebbe
Continuäre ancor la sua propago.
     A mandar varj de la lingua i suoni
1380La Natura li astrinse; i nomi espresse
L’utilità: non in dissimil guisa
Che un’incapacità pari di lingua
1383Vediam che al gesto il pargoletto induce,
E fa così che le presenti cose
Co ’l dito insegni: poichè ognun presènte
1386La propria forza e come usar la possa.
Pria che al vitello nascano le corna
E da la fronte emergano, con esse
1389Irato ei cozza e corruccioso incalza;
Le picciole pantere e i lïoncelli
Con le branche, co’ morsi e con li artigli
1392Anche pugnano allor che a pena a pena
Formati gli si son denti ed artigli;
Tutte in oltre vediam provarsi al volo
1395Le specie degli alati, e da le penne
Chieder tremulo ajuto. Il pensar dunque
Che un qualcheduno allora abbia a le cose