Pagina:La Natura.djvu/315

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libro quinto 315

1425Quando le bestie, che non han favella,
Quando le razze de le belve ancora
Soglion varie mandar voci distinte
1428E allor ch’àn tèma e duolo, e allor ch’esultano,
Come imparar si può da’ chiari fatti?
Quando prima aizzato il gran molosso
1431Mormora, e contraendo il molle muso
Ignude mostra le gagliarde zanne
Da la rabbia serrate, in suon diverso
1434Ei minaccia d’allor ch’alto abbajando
Tutti rintrona i circostanti lochi.
Se mollemente poi lambe i suoi piccoli
1437E con le zampe li sballotta e voltola
E li acceffa e morsecchia e con sospesi
Denti già già par che li abbocchi e inghiotta,
1440Ben in diversa guisa àdula e gàgnola
D’allor che solitario entro a le case
Uggiola, o allor che tutto umil, dimesso
1443Da le percosse guajolando fugge.
Forse vario non suona anche il nitrito,
Se un gagliardo stallon nel fior degli anni
1446Punto da’ dardi de l’alato amore
Tra le cavalle infuria, o se tra l’armi
Con froge aperte fremebondo irrompe,
1449E così ancor se per cagion diversa
Agitando le membra alto annitrisce?
Le alate specie infine, i varj augelli,