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libro sesto 341

Onde, smarriti sempre più, son tratti
Da la cieca ragion lungi dal vero.
90Or, se tu non dispregi e non rigetti
Lungi dal tuo pensier queste credenze
De’ Numi indegne ed a lor pace opposte,
93Spesso la santa maestà de’ Numi
Da te offesa vedrai contro a te farsi;
Non che de’ Numi vïolar si possa
96Il sovrano poter, sì che per l’ira
Capir possan disio d’acri vendette,
Ma perchè tu, fantasticando andrai,
99Che questi esseri placidi e impassibili
Ampj flutti di sdegni in sen rivolgano;
Nè a’ santuarj degli Dei con placido
102Petto accostarti, nè potrai ne l’animo
Tranquillamente i simulacri accogliere,
Che via dal santo corpo entro la mente
105Si portano de l’uom, quasi messaggi
De la forma divina. E qual consegua
Vita da ciò ben giudicar si puote.
108Ma perchè la verissima dottrina
La dilunghi da noi, ben che già molte
Sieno dal labbro mio cose partite,
111Molte ne avanzan pur, che di leggiadri
Versi ornare convien: cantar fa d’uopo
Perchè lampeggi il ciel, strepiti il tuono,
114Quali il fulmin lucente e le tempeste