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350 la natura

Prodotto sia; poi che da ciel sereno,
O ver da nube leggermente densa,
333Non prorompe giammai folgore alcuna.
Che sia così, chiaro l’insegna il fatto
Senza dubbio verun: però che allora
336S’accalcan per l’immenso aere le nubi
D’ogni intorno così, che par che tutte
Fuor de l’Acherontee tenebre uscite
339Ingombrino del ciel l’ampie caverne:
Tanti, insorta la notte atra de’ nembi,
Pendono tenebrosi orridi aspetti
342Su noi da l’alto, allor che la tempesta
A preparare i fulmini incomincia.
Spesso in oltre anche in mare un negro nembo,
345Qual piceo fiume che dal ciel si versi,
Di tenebre così carico piomba
Largamente su’ flutti, atra tempesta
348Di fulmin grave e d’uragani arreca,
E di fiamme e di venti esso a tal segno
Porta il grembo ripien, che pure in terra
351Fuggon le genti spaventate a’ tetti.
Tal dunque è da stimar ch’alto sul nostro
Capo si stenda la tempesta: e infatti
354Covrir le terre di caligin tanta
Le nubi non potrían, se edificate
Non fosser molte e molte une su l’altre
357Da nascondere il Sol; nè con sì larghe