Pagina:La Riviera di San Giulio Orta e Gozzano.djvu/9

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di buono potrà scaturire, quello certamente verrà di conservarci la memoria di molti avvenimenti, i quali senza di ciò cadrebbero nell’oblivione. Che se per la troppa somiglianza dei casi ai quali soggiacque questa terra diletta, e per la penuria di grandi fatti, che eccitano all’ammirazione, la noia nel leggermi non verrà menomata dalla eleganza dell’eloquio, e dal lenocinio dell’eloquenza, non mi resterò per questo dallo spingermi sullo spinoso e difficile sentiero, pensando senza molta difficoltà doverne essere iscusato, perciocché lo faccia per un tributo d’amore alla terra natale, alla quale tutto quello che per me si può, ciò che io sono, e ciò che io vaglio, tutto io debbo, anzi è suo di diritto.

Alla nostra Riviera pertanto io dedico queste mie fatiche, e per Lei a Voi, o Signori, che la rappresentate, fidente che non le sdegnerete, tuttoché non di nuovi panni, nè in belle fogge rivestite e adorne a Voi si presentino. E che perciò? Marco Tullio, che fu chiamato l’ occhio diritto della lingua latina, non iscrisse egli a L. Luceio queste parole: Io desidero fortemente, che tu mi celebri cogli scritti tuoi? Se quel miracolo degli oratori e degli scrittori latini mostrò d’avere sì caro, anzi di arder per lo desiderio grande d’esser celebrato da uno tanto inferiore a lui, che esso lo pregò con tanta veemenza che di lui scrivesse; perchè le isdegnerete Voi, se elleno trattano delle cosa vostre.