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Ecco, se io vo innanzi, egli non vi è; Se indietro, io non lo scorgo;
9 Se a man sinistra, quando egli opera, io nol veggo; Se a man destra, egli si nasconde, ed io non posso vederlo.
10 Quando egli avrà conosciuta la mia via, E mi avrà esaminato, io uscirò fuori come oro.
11 Il mio piè si è attenuto alle sue pedate; Io ho guardata la sua via, e non me ne son rivolto.
12 Ed anche non ho rimosso d’innanzi a me il comandamento delle sue labbra; Io ho riposte appo me le parole della sua bocca, Più caramente che la mia provvisione ordinaria.
13 Ma, se egli è in un proponimento, chi ne lo storrà? Se l’anima sua desidera di fare una cosa, egli la farà.
14 Egli certo compierà ciò ch’egli ha statuito di me; E molte tali cose sono appo lui.
15 Perciò io sono smarrito per cagion di lui; Se io ci penso, io ho spavento di lui.
16 Certo Iddio mi ha fatto struggere il cuore, E l’Onnipotente mi ha conturbato.
17 Perchè non sono io stato troncato, per non veder le tenebre? E perchè ha egli nascosta l’oscurità d’innanzi a me?
2 Gli empi muovono i termini, Rapiscono le gregge, e le pasturano;
3 Menano via l’asino degli orfani; Prendono in pegno il bue della vedova;
4 Fanno torcere i bisognosi dalla via, I poveri della terra si nascondono tutti.
5 Ecco, son simili ad asini salvatici nel deserto: Escono al lor mestiere, si levano la mattina per andare alla preda; La campagna è il lor pane, per li lor fantini.
6 Mietono il campo, E vendemmiano la vigna che non è loro.
7 Fanno passar la notte agl’ignudi senza vestimenti, Sì che non hanno con che coprirsi al freddo.
8 Sono bagnati dalle acque che traboccano da’ monti; E per mancamento di ricetto, abbracciano i sassi.
9 Rapiscono l’orfano dalla poppa, E prendono pegno dal povero.
10 Fanno andar gl’ignudi senza vestimenti; E quelli che portano loro le manelle delle biade soffrono fame.
11 Quelli che spremono loro l’olio intra i lor muri, E quelli che calcano ne’ torcoli soffrono sete.
12 Gli uomini gemono dalla città E l’anima de’ feriti a morte sclama; E pure Iddio non appone loro alcun fallo.
13 Essi son di quelli che son ribelli alla luce, Non conoscono le sue vie, E non si fermano ne’ suoi sentieri.
14 Il micidiale si leva allo schiarir del dì, Uccide il povero, e il bisognoso; E poi la notte opera da ladro.
15 Parimente l’occhio dell’adultero osserva la sera, Dicendo: L’occhio di alcuno non mi scorgerà; E si nasconde la faccia.
16 Di notte sconficcano le case, Che si aveano segnate di giorno; Non conoscono la luce,
17 Perciocchè la mattina è ad essi tutti ombra di morte; Se alcuno li riconosce, hanno spaventi dell’ombra della morte.
18 Fuggono leggermente, come in su le acque; La lor parte è maledetta nella terra, Non riguardano alla via delle vigne.
19 La secchezza e il caldo involano le acque della neve; Così il sepolcro invola quelli che hanno peccato.
20 La matrice li dimentica, I vermini son loro dolci, Non son più ricordati; Anzi i perversi son rotti come un legno.
21 E benchè tormentino la sterile che non partorisce, E non facciano alcun bene alla vedova;
22 E traggano giù i possenti con la lor forza; E, quando si levano, altri non si assicuri della vita;
23 Pur nondimeno Iddio dà loro a che potersi sicuramente appoggiare, E gli occhi suoi sono sopra le lor vie.
24 Per un poco di tempo sono innalzati, poi non son più; Sono abbattuti, e trapassano come tutti gli altri, E son ricisi come la sommità d’una spiga.
25 Se ora egli non è così, chi mi dimentirà, E metterà al niente il mio ragionamento?
2 La signoria, e lo spavento, è con lui; Egli fa in pace ciò che gli piace ne’ suoi cieli altissimi.
3 Le sue schiere si posson esse annoverare? E sopra cui non si leva la sua luce?
4 Ma come sarà giusto l’uomo appo Iddio? E come sarà puro colui ch’è nato di donna?
5 Ecco, fino alla luna non sarà pura, e non risplenderà; E le stelle non saranno pure nel suo cospetto.
6 Quanto meno l’uomo, che è un verme, E il figliuol dell’uomo, che è un vermicello?
Giac. 1. 12. b Giov. 4. 32, 31. Fat. 1. 7.
/ Es. 22. 26, 27. Deut. 24. 12, 13. Giov. 3. 20.
d Deut. 19. 14; 27. 17. Deut. 24. 17.
Prov. 15. 3. t Giob. 4. 17, ecc. Sal. 130. 3.