Pagina:La Valle Seriana.djvu/31

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Il suo territorio è alpestre ed è discretamente fertile perchè coltivato con non comune attività ed intelligenza. La produzione vegetale dalla quale ricavasi maggior profitto è il fieno. Per questo e pe’ suoi pascoli vi si allevano considerevoli quantità di bestiame specialmente ovino (pecore). Vi è abbondante il selvaggiume, come avremo occasione di dimostrare in altra parte, comune in diversi monti che abbracciano la Valle Seriana. Vi si accede per strade comunali e vicinali, da Albino e per chi vuole, da scorciatoie anche da Alzano e da Nembro.

Arte. — Questa Chiesa parrocchiale di moderna struttura è sotto l’invocazione dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli, (non appartiene ora a nessuna pieve, il parroco è Vicario foraneo). Ha un bel quadro di pennello del nostro Zucchi, rappresentante l’Annunciazione di M. V. con diversi Santi in disparte fra i quali S. Giuseppe.

Industria e commercio. — La maggior parte de’ suoi abitanti come la natura stessa del luogo indica, è dedita all’agricoltura e alla pastorizia. Alcune famiglie si occupano anche al lanificio, altri pure si occupano nei cotonifici. Cosa da rimarcarsi qui si è che tutti sono, piccoli sì, ma possidenti, se non altro del proprio abituro.

Scuole e beneficenza. — Scuole obbligatorie. — Opera pia Misericordia, scopo della quale è largire soccorso ai poveri infermi.

Memorie storiche. — Rimangono ancora le vestigia dell’antico castello: una località vicina su cui sorgevano delle opere di difesa conserva ancora il nome di rocca. Questo territorio coperto di ampie praterie prima del X secolo spettava in parte alla Città di Bergamo ed in parte al Vescovo. Quest’ultimo lo affittò ad alcune compagnie di Val Brembana che pagavano dieci soldi imperiali all’anno e la città si riservò la sua porzione per mandarvi a pascolo i cavalli.

Selvino deve il suo nome e la sua fondazione a certo Salvino Gritti o Grigis che, nel secolo X, volendo sottrarsi alle civili discordie, colà si ritrasse con la sua famiglia e con diversi amici. Furono dessi che fabbricarono il castello e le