Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/13

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AI TEMPI EROICI DI PERSIA 11

dùn si tolsero beati e contenti, e senza muover verbo, le tre giovinette. Talvolta i matrimoni erano imposti per ragione politica, e allora, o volentieri o malvolentieri, la sposa e lo sposo dovevano chinar il capo e acconciarsi alla volontà di chi più comandava. Così Siyàvish sposava la figlia di re Afràsyàb, la bella Ferenghis che egli poi amò sì teneramente, e Ferenghis, morto Siyàvish, dovette contro sua volontà sposare il giovane e valoroso Feriburz che per tal via s’impegnava a vendicar la morte del primo sposo di lei. Ma in generale, quando i genitori avevano ed esercitavano piena autorità in questa faccenda e quando i principi e i re disponevano ogni cosa per il meglio e i giovani sposi altro non avevano che da acconsentire con tacita obbedienza, è facile intendere che le cose dovevano andar molto piane, senza turbamenti e senza contrasti. La cosa invece era ben diversa quando i due giovanetti si promettevano scambievole amore all’insaputa dei genitori e del principe. Già i libri sacri degl’Irani dichiaravano che un matrimonio così concluso, senza che v’intervenisse la volontà del padre e della madre, era il peggior di tutti, ed è ben naturale che l’autorità religiosa così giudicasse d’un fatto che s’era compiuto senza il beneplacito d’un’altra autorità, forse non meno grande, quale era quella del padre. Ma per i giovani sposi e per la leggenda epica la quale, si badi bene, è tutta popolare e come tale è bene spesso in opposizione con ogni autorità, questa specie di matrimonio, prima contrastato e cagione d’infinite ire, finiva poi coll’esser fausto e felice negli effetti suoi. La cosa, del resto, non è nuova e presso di noi formò più volte il soggetto di tanti drammi e di tanti romanzi, come nella leggenda epica persiana i più belli episodi sono quelli certamente che raccontano le vicende di tali amori, le durissime prove a cui erano sottoposti gli amanti, le rabbie, i rabbuffi e i rimproveri, e finalmente l’esito felice a cui menano pur sempre la costanza e la fede. Più gravi ancora erano le condizioni per i giovani amanti allorquando essi appartenevano rispettivamente a due famiglie o a due genti nemiche e in guerra fra loro; e si badi che anche qui il soggetto è vecchio, trattato poi in tante e diverse maniere nella letteratura antica e moderna, con esiti diversi, ora felici ora infelici, con finali tragici per lo più a conseguimento di effetto maggiore. Nella leggenda persiana, invece, non si ha esempio che alcuno di questi amori di giovinetti di genti o di famiglie nemiche e rivali abbia poi tristo fine; ma qui tutto, secondo l’epopea che per l’indole sua ama aver gli esiti lieti, ogni cosa termina felicemente e i giovani amanti veggono finalmente coronati i loro voti più caldi.