Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/14

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12 LA VITA

Così il giovinetto Bìzhen che si era perdutamente invaghito della bella Menizbeh figlia del re Àfrasyab signore dei Turani ed eterno nemico degl’Irani, e Bizhen appunto era iranio, fu fatto rinchiudere dal genitore della fanciulla in un’orrida caverna già abitata dai demoni, finchè poi Rustem lo liberò ed egli potè sposare la fedele e amorosa fanciulla che per sostentarlo in vita, mentr’egli era rinchiuso nella caverna, andava limosinando. Così il giovane Zal si era invaghito della bella Rudabeh figlia di genitori idolatri e di stirpe non iranica; e il re d’Irania Minocihr, quando ne ebbe sentore, vietò assolutamente il proposto matrimonio. Le cose poi andaron tanto innanzi che il padre della giovinetta minacciò di ucciderla e il re Minócihr comandò al padre stesso di Zal di andare e di devastare il paese del Kabub dove abitava la fanciulla, di arderne il castello e di sterminarne la famiglia intera. Allora furon pianti disperati e terribili proponimenti dei due infelici che si erano giurata la fede, ire e disdegni dei genitori, finchè un caso inaspettato mutò rapidamente la cose. Gl’indovini consultati all’uopo dichiararono solennemente che dall’unione delle due famiglie rivali, per mezzo del connubio di Zal e di Rùdabeh, doveva nascere la felicità del paese dell'Iran. Frutto di tal connubio doveva essere un grande eroe che sarebbe stato l’onore della patria terra, tale che avrebbe sgominati i nemici tutti, e di tal maestà che le nubi del cielo non avrebbero osato passargli sul capo e che i leoni avrebbero baciata la polvere dinanzi a’suoi piedi. Quel grande eroe, ognun l’intende, era Rustem. Alla solenne dichiarazione dei maghi e degl’indovini, caddero le ire da tutte le parti e il re Minócihr diede l’assenso alle bramate nozze. Ma perchè in cosa tanto delicata dovevasi procedere con ogni circospezione e cautela, così il giustissimo re volle tentare un altra prova, non meno decisiva di quella profezia.

La vaghissima fanciulla che Zal doveva impalmare, era figlia di genitori idolatri, e perciò era ben da dubitare che il giovane sposo, addotto una volta a far vita comune con lei, facilmente vacillasse nella fede. Re Minócihr pertanto tenne secreta la mirabile profezia degl’indovini, e poi, invitato alla corte il giovane Zal, radunata una solenne assemblea di sacerdoti, di seniori, di savi e di principi, lo sottopose ad un rigoroso esame. Ciascun savio o sacerdote propose un enigma da sciogliere per rendersi conto della sapienza del giovinetto, che dopo un istante di riflessione li sciolse tutti ed ebbe vittoria. E qui ricordiamoci che l’uso di proporre enigmi al cui scioglimento è proposto come premio una sposa, è antichissimo e comune nelle leggende, che la mano di Giocasta a Tebe